Voice Resonance Box. Storia di un progetto un pò folle

Circa dieci anni fa, io e la mia collega Marcella, con cui condivido, dai tempi dell’università, esami, preparazione della tesi, formazione, studio e passione per la riabilitazione della voce, nel momento in cui pensavamo di averne fatte di grosse, pensammo di impelagarci nella realizzazione di un progetto letteralmente…più grande di noi!

Ma stavolta parecchio più grande! La realizzazione di una specie di “astronavicella spaziale della voce” o qualcosa di simile.

Pensi che scherzo vero?

In effetti lo pensavo pure mentre io e Marcella elaboravamo il nostro “piano per percezione corporea della risonanza”.

Sembravamo due addette ai servizi segreti della N.A.S.A.

L’intuizione, stimolata dal nostro ultimo incontro con il prof. Alfonso Borragan a Santander, si era spinta veramente oltre le nostre possibilità.

Ma eravamo troppo desiderose di riuscire e quindi…niente. Ci siamo riuscite!

 

 

 

Parlammo a lungo con il nostro mentore, il quale, a sua volta aveva realizzato cose incredibili per studiare gli effetti della propriocezione della risonanza sul corpo e come questa potesse migliorare la resa vocale in poco tempo.

Nel suo studio medico ci aveva mostrato esperimenti veramente fuori dalle nostre aspettative, inducendo riflessioni a loro volta, per la verità alquanto inusuali.

Gli parlammo del progetto.

“Mi sembra molto interessante, se volete vi aiuto a realizzarlo, ma abbiamo necessità di approfondire concetti di fisica acustica, rapporti fra onde sonore e l’impatto con vari tipi di materiali. Non sarà semplice.”

Non sarà semplice, ma noi vogliamo provarci.

Quindi richiedemmo l’intervento speciale di un ingegnere aerospaziale dell’E.A.S. A, nonché mio cognato. Nonostante i suoi innumerevoli impegni e la distanza (lui vive e lavora in Germania), non se lo fece dire due volte. E iniziò a spiegarci formule di fisica, di meccanica, che devo dirti la verità……caro lettore…io non ci capivo proprio niente di quello che provava a spiegarci!!!!!

Avevo però in mente chiara questa bellissima immagine dei primi, semplici, quanto efficaci studi sulla risonanza, i famosi Risuonatori di Helmoltz.

 

 

Ed ero convinta che potevamo trovare un modo per mettere insieme un gigantesco risuonatore di Helmholtz e quelle strane e complesse formule di astrofisica che servivano a dirci con esattezza di che grandezza, di che spessore e quali materiali utilizzare.

Poi ero convinta che l’incredibile esperienza e genialità del prof. Alfonso Borragan, ideatore del metodo Proel per la riabilitazione delle disfonie, potesse indicarci la strada per convogliare tutti quegli sforzi verso qualcosa di sensato.

Iniziarono i lavori. Per fortuna esiste skype, altrimenti sarebbe stato assolutamente impossibile confrontarci a distanze del tipo Italia, Spagna, Germania.

Finalmente abbiamo capito cose del tipo x, y /475839= bah. Perché in realtà loro, il professore e l’ingegnere hanno capito queste cose, le formule, le misure, i materiali Noi, le logopediste, un po’ meno per la verità! Però abbiamo capito esattamente come procedere nella realizzazione. Così arrivammo alla fase successiva e un terzo gruppetto di eroi coadiuvati da Marcella iniziò l’incredibile realizzazione. Ed ecco il risultato …

Di cui, per la verità, andiamo molto fiere!

 

 

 

 

Descrizione del Voice Resonance Box

 

Il risuonatore metallico della voce ha una forma tubolare ed uno spazio interno capace di accogliere l’ingresso di persone anche di corporatura consistente.

Vocalizzando al suo interno sarà possibile percepire in maniera consistente il ritorno delle onde sonore emesse, che grazie al materiale sensibile alle vibrazioni, verranno rinforzate fino a creare uno spazio di risonanza veramente particolare.

Questo spazio o ambiente “risonanziale” sarà in grado di fornire dei feedback vibratori su tutto il corpo, creando un focus attentivo utile a rinforzare l’apprendimento motorio necessario ad una buona resa vocale.

Sarà così estremamente facilitata l’emissione di suono eutonico e vocalmente economico ovvero un suono ricco di armoniche ed energico, ottenuto con il minimo dispendio di energie possibile.

Conosci la legge di Pareto? È una legge nata nell’ambito di studi di economia che suddivide ogni fenomeno nelle percentuali utilizzate per provocarlo.

Tali percentuali sono 80/20. Puoi utilizzare l’80 % delle tue energie, (la causa), per ottenere il 20 % del risultato, (ovvero l’effetto). Adottare un comportamento intelligente significa invertire queste percentuali, investendo il 20% delle tue energie per ottenere l’80% dei tuoi risultati.

Se proviamo ad applicare questa legge nell’ambito della comunicazione, questo potrebbe significare, ad esempio parlare tantissimo per spiegare un concetto (80 % delle energie) per farsi a malapena comprendere (20% del risultato). Oppure pensare bene le parole da utilizzare, pronunciarne il meno possibile (20% delle energie) per provocare una comprensione piena (80% del risultato) di ciò che si voleva esprimere.

Ovviamente è un esempio che non tiene in considerazione la complessità delle variabili in gioco nella comunicazione. Può, tuttavia essere utile alla riflessione sul come gestiamo le parole, l’aspetto linguistico del nostro comunicare.

Applicata alla resa vocale, questa legge vuol dire che tu puoi impegnarti tanto energeticamente (80 %) ed ottenere solo il 20 % della tua resa vocale. Ovvero un suono poco “risonante”, appunto. Poco energico, poco udibile o poco gradevole.

Il nostro Voice Resonance Box ci aiuta ad invertire semplicemente queste percentuali facendo esperienza della vocalizzazione al suo interno e poi all’ esterno, percependo in modo immediato ed istintivo la trasformazione energetica che avviene nella nostra modalità di vocalizzare.

 

 

REGOLARE LA STIMOLAZIONE

 

Per rendere il nostro lavoro personalizzabile ed in grado di adattarsi alle reali esigenze di ogni paziente o cantante, alle caratteristiche vocali di ciascuno, abbiamo applicato un coperchio, un tetto in grado di spostarsi verso l’alto o verso il basso modificando l’ampiezza dello spazio di risonanza.

Trooooooppoooooo vero? Infatti, per la verità non è stato affatto semplice!

 

 

Se nel nostro lavoro abbiamo l’esigenza di energizzare le fasce di frequenza gravi oppure le fasce più acute, ecco che lo spazio più ampio o più stretto modificato attraverso il “coperchio magico” ci aiuterà a raggiungere questo obiettivo.

Pensa ad esempio alle canne di un organo.

 

 

 

Le canne più piccole e strette sono quelle deputate alla produzione di un suono più acuto e viceversa, quelle più grandi, provvedono a dare spazio di risonanza alle frequenze più gravi.

Funziona così anche all’interno del nostro corpo, nel tubo di risonanza posto al di sopra delle corde vocali che provvedono alla creazione del suono di base. Il nostro vocal tract, all’altezza dei muscoli della faringe e all’interno della bocca stessa, sarà in grado di modificare la sua ampiezza in modo tale da energizzare suoni acuti (restringimento) o suoni gravi (allargamento).

Con il nostro Voice Resonance Box provochiamo all’esterno del corpo qualcosa di simile a ciò che avviene, magicamente e fisiologicamente nella nostra scatola della voce.

Spero di averti dato degli stimoli di riflessione utili e averti incuriosito al nostro affascinante lavoro.

Adesso, per la verità, voglio svelarti come tu possa sperimentare in modo pratico, economico e veloce una efficacissima cassa di risonanza esterna al tuo corpo.

Pensi che sia impossibile? O troppo complicato?

Pensi che voglia coinvolgerti in strani progetti internazionali di sperimentazione della voce?

Bene, tranquillo. È tutto molto più semplice di ciò che sembra.

Scommetto che hai un Voice Resonance Box anche tu, proprio a casa tua.

Magari senza il coperchio magico e regolabile. Magari non ottimizzato come il nostro, ma ti assicuro che rende alla grande!

Ebbene sì. Hai certamente una qualche forma di cabina doccia proprio a casa tua.

Usala, è magica. È una cassa di risonanza eccezionale.

In più, se la usi mentre ti fai una lunga e rilassante doccia avrai contemporaneamente l’effetto idratante dei vapori caldi sulle tue corde vocali e distensivo sulla tua muscolatura rilassata dal getto di acqua.

È molto più di quello che immagini, hai uno strumento riabilitativo e potenziante proprio lì a casa tua! Perché mai non dovresti usarlo?

Adoro una delle frasi più belle di R. Bandler, uno degli ideatori della Programmazione Neuro Linguistica che dice “sembra facile…è infatti lo è!”

In questo mondo complesso, le cose semplici sembrano essere quelle che più ci sfuggono dagli occhi.

Una bella doccia lunga, qualche vocalizzo, variazioni dinamiche di frequenza e intensità et voilà. Un bell’allenamento per la nostra voce sicuramente è fatto. Provare per credere!

Se questa riflessione ti è stata utile o di ispirazione allora ti chiedo di ricambiare il mio impegno lasciando un commento o condividendo l’articolo. Grazie!

Enjoy your voice.

P:S :

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Grazie di aver letto il mio articolo!

Federica Avolio

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